DOMODOSSOLA - 13-9-2025 -- Con i Cameristi della Scala, in Collegiata, si è alzato il sipario sulle celebrazioni per il centenario dell’Expo Italo Svizzero. I brani scelti erano tratti dalle opere di Rossini (Tancredi, il Guglielmo Tell, Semiramide e Il Barbiere di Siviglia), poi Verdi (La Traviata) e Puccini (La Bohème). L’ensemble è composto da: Enkeleida Sheshai, Gianluca Scandola ai violini, Francesco Lattuada alla viola, Gianluca Muzzolon al violoncello, Giuseppe Ettorre al contrabbasso, Lorenzo D’Antò al flauto, Pedro Pereira De Sa all’oboe, Antonio Duca al clarinetto, Valentino Zucchiatti al fagotto ed Enrico Ostuni all’arpa. I brani cantati sono stati interpretati da Floriana Cicio (soprano), Daniela Pini (mezzosoprano) e Paolo Nevi (tenore). Antonio Pagani, presidente della Fondazione Ruminelli, che ha sostenuto il concerto insieme a Intesa Sanpaolo, ha ricordato, nel suo discorso di apertura, i 10 anni dell’inizio dell’avventura della Ruminelli, cominciata proprio nella chiesa Collegiata. Il sindaco Lucio Pizzi ha ringraziato pubblicamente Antonio Pagani, che è anche vicepresidente del comitato organizzatore dell’evento, che ha offerto il suo insostituibile supporto. «La sua dedizione alla cultura come bene comune, il suo amore profondo per questa terra, parlano molto più di lunghi discorsi» ha detto Pizzi dell’ingegner Pagani. Il sindaco ha anche ricordato che «nel 1925 Domodossola si fece palcoscenico di una esposizione che celebrava la cooperazione e l’ingegno condivisi tra due popoli amici, quello italiano e svizzero. Anche solo rispetto alla precedente edizione di 25 anni fa, il contesto economico sociale e tecnologico è radicalmente cambiato». Il sindaco ha sottolineato che si tratta di «un anniversario che non è solo un ricordo del passato ma uno sguardo al presente e un ponte verso il futuro e sul ruolo di Domodossola nel contesto alpino e transfrontaliero». Pizzi auspica l’inizio di una collaborazione stabile, continuativa e duratura con gli amici svizzeri.
Elisa Pozzoli